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Il volume si configura come un viaggio nell'architettura del Movimento Moderno in Piemonte a partire dalle architetture pubbliche dei capoluoghi di provincia (Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli,) e si compone di alcuni saggi critici e di un ricco atlante fotografico d'immagini, sia d'archivio, sia attuali, volte a restituire aspetti spesso poco noti o addirittura inediti di tali edifici. Ed è stata appunto tale volontà di restituire aspetti inediti del patrimonio costruito moderno, la ragione che ha convinto gli autori a tralasciare i casi, più noti e già ampiamente descritti in letteratura, di Torino e di Ivrea. L'indagine riguarda studi storici e approfondimenti tecnologici, con analisi relative all'uso dei materiali, al rapporto fra architettura e arti decorative, e al difficile equilibrio tra le spinte verso l'industrializzazione e la persistenza di processi di tipo artigianale. L'obiettivo è quello di riscoprire una stagione di pensiero - gli anni trenta in Italia - che fu molto ricca dal punto di vista della sperimentazione, non solo in architettura ma anche nei suoi esiti sociali, e che spesso tuttavia è stata oggetto di una sorta di rimozione ideologica, per aver coinciso con uno dei periodi più oscuri della storia d'Italia.